Tuesday, December 12, 2006

Ciò che mortifica la parola

Nei Vangeli non c'è posto per il conversare interlocutorio. Il linguaggio di Gesù è assoluto come quello che contiene la verità e non deve cercarla. Il silenzio esalta la parola; infatti quello che oggi mortifica la parola è la mancanza di silenzio. Noi sappiamo che questa è la malattia del nostro tempo: tutti gli strumenti che noi stessi ci siamo creati ci invitano a rifiutare la dimensione così profonda del silenzio. Ci manca questo silenzio e allora noi possiamo anche percepire con una certa vertigine la presenza del silenzio tra le parole che Cristo dice. Questo è splendido, questa potenza del silenzio che vuole quasi garantirci che c'è un ineffabile, qualcosa che non può essere pattuito con l'economia delle parole umane. C'è qualcosa che non è alla portata della parola degli uomini, non riducibile alla loro parola. Questo equivale a dire che c'è un mistero; ed è un mistero che non si nasconde, ma anzi si illumina come tale, si comunica come tale. Il mistero è un vocabolo che noi usiamo e di cui abusiamo e abbiamo troppo abusato, perché in fondo è anche comodo; quello che non è intelligibile noi lo chiamiamo mistero. Ma mistero è una forma, invece, di conoscenza. C'è una conoscenza per mistero come c'è una conoscenza per idee e anche per formule, se volete. Nei Vangeli, mi sembra, la presenza del mistero non solo aleggia, ma è proprio palpabile, sensibile. Non come un divieto a conoscere, ma anzi come un'offerta di conoscenza."
da: "La Porta nel Cielo -Conversazioni sul Cristianesimo" di
Mario Luzi
p.s.
Suggerito da Antonio

11 comments:

Anonymous said...

Sono d'accordo con tutto, specialmente con la definizione data di mistero, mi sembra vera e intelligente.

artemisia said...

La conoscenza per mistero...più di così che si può dire?
Grazie Antonio (e naturalmente Pib mi ha battuta sul tempo).

Claudia said...

La conoscenza per mistero.... purtroppo è qualcosa che la mia mente rifiuta. Specilmente se si tratta di religioni, la mia logica vuole andare fino infondo e capire il perchè, il per come, il quando e mettere in discussione tutto.
Nell'ultima confessione,(solo per Fuffy!) il frate giovane e simpatico mi diceva: ragione e fede sono due ali che devono sempre andare insieme. In questa fase quindi credo di volare attorcigliandomi a me stessa perchè un'ala prevale nettamente sull'altra. E credo anche che il mistero si debba sentire, non si può accettare o capire con la volontà.

artemisia said...

Sarà, ma io non ti ci vedo guidata solo dalla ragione...non ti ci vedo proprio!

*lapilli* said...

"Fermati. Nel silenzio, davanti a Dio, riscopri chi sei."

Eremo delle Celle, Cortona - Arezzo-.

tittielameraviglia said...

sarà..ma "troppo silenzio significa abbandono"

Claudia said...

@Arte: sottolineo che questo atteggiamento è specialmente rispetto alla religione, nemmeno alla fede, proprio rispetto alla storia della religione: gesù era Esseno? e questo quanto peso ha avuto? ma voleva essere un rivoluzionario? perchè ci vendono la storia della liberazione di un condannato a morte Barabba? dove è stato lui tra la discussione al Tempio e l'inizio della predicazione? in India? a che fare? che fine fanno i Magi dopo aver consegnato i pacchettini?

artemisia said...

@Claudia: Ma questa non è razionalità logica, è sana curiosità! Io non sto parlando di dottrina cattolica, con la quale su molte cose ho i miei problemi, sto parlando di spiritualità, e sento che tu ne hai tanta dentro di te. Non si tratta di avere fede, ma di saper ascoltare, di comprendere senza capire.

astralla said...

Una volta, anni fa, mi dissero di fare silenzio, perchè non è necessario che tutti gli spazi vengano riempiti di parole...a volte è il silenzio che parla...
Credo sia stato un gran consiglio...

lucia said...

Bellissimo questo passo di Mario Luzi. Ha dimenticato di dire, però, che il silenzio è yin.
;-)

Anonymous said...

Merry Christmas