Questa volta rompo un silenzio voluto, causato da molteplici fattori...un silenzio che è l'opposto di quello che questo blog cerca di trattare. Torno da quel silenzio che non dice nulla, non lascia traccia, non si fa sentire volutamente... Torno con Gibran e un passo a cui sono molto legato
La realtà dell'altro non è in cio' che ti rivela,
ma in quel che non puo' rivelarti.
Percio', se vuoi capirlo, non ascoltare le parole che dice,
ma quelle che non dice.
9 comments:
Oppure ascolta il tuo cuore ma mettiti nei panni della persona che hai davanti...e non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te....
Gibran è nel cuore di molti :)
devo dire di non aver capito subito quale spessore o accezione avesse il tuo silenzio. Come sai, in passato ho sottolineato come a volte sia necessario rompere il silenzio che tieni in piedi i pregiudizi, che é tenuto in piedi dalla paura, dalla vergogna, dalle dittature...
Ora capisco perché questo blog dedicato al silenzio.
Si connettono le due strade? Forse no.
Ascoltare tutte le parole? sentire dentro alle parole della logica quelle del sentimento?
Credo che il non-detto sia una parte importante della comunicazione che, spesso, tendiamo ad escludere o ignorare.
il detto è frutto del momento e del dicibile. Il non detto è verità non censurabile
@ Astralla: e non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te infatti io raramente pongo domande
@ Claudia:sentire le parole...ecco dette non dette pensate e mai pronunciate
@ Marco: benvenuto. ignorare è il termine esatto perchè ne siamo spaventati
@ Lucia: verità non censurabile..come sempre essenziale
Ti giuro che non ho letto questo post prima di scrivere il mio commento su AAV.
ci sono silenzi che è difficile interpretare e se poi fraintendi?? personalmente preferisco parole chiare, nette, precise però non faccio più domande a chi so che non può o non vuole rispondermi con franchezza, e il non detto molte volte crea dei baratri profondi
A volte peró le domande sono attese, come segno di interessamento. Che si fa in quei casi?
questo è MOLTO bello!
quello sopra mica tanto... quello di Camus. io sono per le parole semplici. credo che proprio il silenzio insegni la semplicità delle cose. spiegarlo con carambole di metafore, allegorie e terminologie complesse non sia giusto.
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